Da tempo avevo intenzione di raggiungere la nota croce di Vorno che vedo ben illuminata, la notte, in inverno, quando gli alberi spogli non coprono la visuale, da casa.

In realtà, riuscirò a raggiungere la sua vetta solo al terzo tentativo e non perché sia difficile arrivarci!

La prima volta, a pochi metri dal sentiero che porta in vetta, abbiamo deciso di scendere a Vorno dal single Track che gira intorno al Monte Zano (questo il nome del colle che sovrasta il paese con la croce illuminata). Abbiamo corso proprio quel sentiero che un tempo percorrevano gli abitanti di Vorno quando salivano a far legna. Un sentiero “famoso” perché spesso chi lo percorreva sentiva una voce che diceva “voglio uno, voglio uno!”… Uno spirito rimasto intrappolato in un mucchio di sassi sotto i quali si trovava un tesoro che oggi purtroppo, non c’è più perché qualcuno è salito non per far legna quella volta ma per portarselo via!

La seconda volta, invece, un piccolo infortunio del compagno di viaggio ci ha costretto a rientrare alle parole d’oro da cui eravamo partiti. Purtroppo siamo dovuti rientrare proprio quando abbiamo sentito belare. Io son convinto fosse la capra d’oro che con i suoi capretti, saltella tra i sassi sparsi nel bosco. Sicuramente anche noi non saremmo riusciti ad afferrarla come, da secoli, ancora nessuno ci è riuscito anche perché si dice che nessuno ci riuscirà finché non nevicherà sul monte Zano in pieno agosto! Io, comunque, non avrei cercato di acchiapparla, mi sarei accontentato di fotografarla! 😛😉

Il terzo tentativo, con partenza sempre dalle Parole d’oro (Guamo per chi non le conoscesse) è andato in porto.

Il motivo per cui desideravo tanto questa vetta è per una storia che in pochi conoscono.

I vecchi, infatti, raccontano che lassù un tempo ci fosse un castello che fu bruciato nel periodo delle guerre coi pisani. Si racconta che le uniche traccie, oggi, siano delle pietre ancora annerite dove di notte, fino all’alba, vagano gli spiriti dei soldati che ci sono morti. I vecchi raccontano anche che ci sia una grotta che nasconde una galleria che metteva in comunicazione la fortificazione con il ponte della pieve, quello che si raggiunge col single Track che gira intorno al monte.

Sono rimasto soddisfatto d’aver raggiunto la vetta del Monte Zano ma dispiaciuto di non aver trovato alcuna traccia del castello. Pensandoci bene però io sono salito nel tardo pomeriggio e rientrato al tramonto, forse dovrò tornarci di notte!

Però che bel panorama che mi sono goduto!

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