Un po’ di teoria per cominciare, ci sono due meccanismi anaerobici :
Meccanismo anaerobico alattacido, in cui non interviene l’ ossigeno e non si forma acido lattico e l’energia è fornita dalla fosfocreatina che è molecola molto energetica
Meccanismo anaerobico lattacido , in cui non interviene ossigeno ma si forma acido lattico e l’energia è fornita dalla molecola di zucchero che si trasforma in acido lattico.
Entrambi i meccanismi sono utili per correre gare brevi e veloci dai 200 m. ai 10000 m. ovvero quando si corre a ritmi elevati e intensi per periodi medio/brevi.
L’allenamento anaerobico fa riferimento alla “velocità di riferimento” conosciuta come “Soglia Anaerobica, che è la velocità in cui c’è equilibrio tra acido lattico prodotto e smaltito dall’organismo. Io considero la velocità di soglia, come si trova in tutta la letteratura, la velocità media mantenuta per 1 ora di corsa in gara, ovvero la media in una gara di 10/14km per un amatore come me.

Per chi, come me, vuol correre per lo più gare dai 5000 ai 10000 m. deve inserire allenamenti anaerobici alattacidi e lattacidi: per gare di 10 k 80% del lavoro totale, per le mezze 60% , per le maratone 30% o anche meno.
Durante la settimana, nel periodo di allenamento, faccio una o due allenamenri anaerobici; se 1 o 2 dipende da quanto riesco a recuperare. In bibliografia, leggo che, in linea di massima, si può affermare che due sedute a settimana possono essere inserite da chi si allena da 5/6 volte a settimana ed ha obiettivi cronometrici importanti.
Nella programmazione di una settimana tipo si può organizzare uno schema di allenamento in cui il lunedì c’è una corsa lenta aerobica, il martedì il primo allenamento anaerobico con ripetute medie e/o lunghe e/o brevi, mercoledì riposo, giovedì corsa lenta più allunghi finali, venerdì seconda seduta anaerobica con distanze brevi, e la domenica altra seduta aerobica con lungo lento.
5 allenamenti a settimana. Ovviamente lo schema è generale, nasce dall’esperienza fatta, dai consigli ricevuti sopratto dal grande Giovanni C. che calibra i miei sforzi in maniera ottimale. Chi volesse seguire la traccia lo faccia calandola alla proprio livello di allenamento e salute fisica, senza forzare troppo e dietro controllo medico e/o di un esperto.
Pronti, via con un nuovo allenamento!
Buona lettura !
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la mia presentazione
indice articoli relativi a consigli tecnici … la mia esperienza sul campo
Andrea, gli allenamenti che si fanno servono per raggiungere un picco di forma, che un atleta evoluto mantiene per due / tre settimane… un velocista è dotato di fibre muscolari bianche, e un fondista di quelle rosse… la soglia del dolore è personale, e condiziona qualsiasi allenamento… un amatore podista, la sua risposta nei tempi registra lo stato fisico ad ogni età… con tutte le variabili possibili, ti dico usa cuore , testa e gambe… la competizione deve essere il bene psicofisico personale… ciao.
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